GATTO NERO 2011: TUTTE LE VOSTRE STORIE!!!

VOTAZIONI CHIUSE! A PRESTISSIMO I VINCITORI!

La nostra iniziativa “Gatto Nero 2011“, in occasione della “Giornata del Gatto Nero” (data nazionale: 17 novembre) ha riscosso davvero molto successo!! Tante persone hanno risposto al nostro appello e sono state felici di raccontarci la loro vita con un micio nero: sono storie commoventi, divertenti, curiose, simpatiche, a volte magari un pò malinconiche… tutte lasciano intendere l’amore che lega l’uomo al proprio micio, in questo caso nero, ma non fa differenza il colore del pelo quando si tratta di amicizia. Con queste storie vogliamo diffondere la cultura pro-gatto nero, perchè venga sfatato ogni pregiudizio sul conto di questi meravigliosi panterini e soprattutto perchè possano trovare una buona adozione tutti i mici neri, che puntualmente tendono invece ad essere “scartati” con più facilità rispetto ai compagni tigrati o maculati.

Ma basta chiacchiere: è tempo di festeggiare tutti i mici neri e lasciamo quindi parlare le bellissime storie partecipanti a “Gatto nero 2011”. Avete un mese di tempo (fino al 12 dicembre 2011) per votare i vostri due protagonisti preferiti: un gatto nero e una gatta nera. Lasciate quindi un commento a questo articolo, nominando chi vorreste che vincesse il titolo di “Gatto nero 2011” e di “Gatta nera 2011“: i mici vincitori riceveranno, durante il nostro mercatino natalizio (17-24 dicembre 2011), una targhetta a loro dedicata. Inoltre verrà assegnato un terzo premio speciale “A coda alta”. Tutti gli altri possono scaricare un bel libro virtuale che raccoglie tutte le storie, corredate di foto: Il libro del gatto nero 2011

GRAZIE DI CUORE A TUTTI COLORO CHE HANNO PARTECIPATO A QUESTA INIZIATIVA, COCCOLE AI PANTERINI E… W I GATTI NERI, SPLENDIDI GATTI CHE PORTANO FORTUNA, AMORE E FELICITA’ COME OGNI ALTRO GATTO!!!

BUONA LETTURA E VOTATE NUMEROSI!!!!

 

1. Rossana di

Veronica G.

Rossana

Ciao a tutti! Vi racconto la storia della mia Rossana, la mia incredibile gatta nera! Rossana è la nostra gioia da quasi 3 anni ed è il micio più incredibile che io conosca! Non solo perché le manca solo la parola e, anzi, sa farsi comprendere molto meglio di tante persone, ma anche perché quest’estate ha dato a noi e a tutti una grande lezione di vita!

Fu cosi che una sera Rossana non tornò a casa, cosa che non accadeva mai perché la sera tornava sempre a casa a dormire sul suo morbido divano. In noi nacque la preoccupazione che le fosse successo qualcosa, ma non ci disperammo nella convinzione che la sua intelligenza l’avrebbe preservata dai pericoli. Poi non tornò nemmeno la sera successiva. La cercammo moltissimo, senza risultato… Poi, il pomeriggio seguente, mi sporsi un attimo alla finestra e la vidi, sdraiata nel giardino.

Scesi di corsa e con tono scherzoso la rimproverai per la sua assenza dei giorni precedenti, poi, poco dopo, mi resi conto che qualcosa non andava.

La toccai e guardandola mi accorsi che aveva le zampine completamente distrutte, di cui una non è descrivibile il terribile stato nel quale era.

Mi preoccupai moltissimo e chiamai mia madre. Prontamente la prendemmo e la portammo dal veterinario.

La situazione era grave: il veterinario noto che aveva perso moltissimo sangue ed era palesemente stremata. Le analisi sottolinearono una situazione grave alle zampine, una probabilmente avrebbero dovuto amputarla, sempre se riuscivano a tirarla fuori da quella situazione.

La mia piccola Rossana, sul tavolo da visita del veterinario, trovò la forza di fare un piccolo rantolio di fusa mentre le carezzavo il musetto, e, quando le sussurrai di essere forte allungò leggermente il collo per farmi un bacino.

Da quel giorno le spese, le cure, le varie corse furono tantissime!

Ma la mia Rossana non si è mai arresa! E fece il miracolo…

Non solo si rimise in forze, ma le zampine guarirono meglio del previsto!

E fu cosi che la mia gatta mi diede una grande lezione: a me, che spesso mi piango addosso per sciocchezze, che piccoli problemi sembrano ostacoli insormontabili, ha insegnato il coraggio! La forza di aggrapparsi alla vita fino all’ultimo suo alito e non perdere mai la voglia di combattere! Tornando a casa dopo chissà quanto sofferto (chissà dove le era successo l’incidente) e facendomi, nonostante tutto, le fusa e i bacini ci ha insegnato che nella vita non bisogna arrendersi mai e guardare avanti con tutto il coraggio possibile essendo felici di ogni istante: perché ogni istante è un dono…. in un mondo e in un universo composto perlopiù di oggetti inanimati, in noi alberga l’alito lieve della vita! Cosi fragile, ma cosi difficile da spezzare……

Un bacione da Rossana e Veronica!

2. Mao Tsè Tung

di

Sara V.

Mao Tsè Tung

Io e Mao Tsè Tung. Storia di un amore.
Avevo già adottato un gattino al Gattile di Ferrara: Milo. Lo desideravo moltissimo e quando sono andata a vivere da sola non ci ho pensato due volte! Milo, splendore biancorosso dall’andatura dinoccolata, era ed è un coccolone, ma per ragioni di lavoro restava in casa solo parecchio tempo. Dunque mi sono decisa: avrei adottato un altro gattino, per fargli da fratellino.
Sono tornata al Gattile con in mente l’adozione del cucciolo più sfortunato che avessero in quel momento, per dargli una chance di vita serena. C’era un gattino con tanti problemi, ma i miei orari di lavoro l’avrebbero lasciato solo troppo a lungo, per le sue esigenze. Dunque, via col secondo più sfortunato! Me lo consegnano, praticamente a scatola chiusa. Mi dicono che è piccino, nero e parecchio spaventato, nonostante la splendida Klaudia, pure lei dal manto nerissimo, l’abbia “adottato” e coccolato.
Adoro i gatti neri! O meglio, adoro tutti i gatti, ma nero…sinuoso, lucido. Splendido!
Mi mettono in mano il mio trasportino ripieno di una pallina spelacchiata nera soffiante! Non smetteva un secondo!
Parecchio arrabbiato, il panterino!
A casa, scopro che non è proprio nero nero ma…leggermente brizzolato! Ha infatti qualche peletto bianco qua e là, ma il fascino della pantera – e la furia! – non gli mancano!
Soffia a tutto spiano, anche al piccolo Milo, che lo avvicina con le migliori intenzioni.
La prima notte è un incubo. Mi sveglio durante la notte e…Mao ha lasciato un regalino solido sul mio letto! Immaginate il disgusto! E cambiare le lenzuola nel cuore della notte, una vera goduria!
Il giorno dopo sono preoccupata per la convivenza dei due pelosi…se non fanno amicizia, come fare? E invece, il giorno successivo, stupore: dormono abbracciati, sono fratelli! La gioia è immensa, anche perchè invece, con me il piccolino non vuole assolutamente interagire.
Passano i giorni, le settimane, un mese.

Mao Tsè Tung

Milo e Mao Tsè Tung (così battezzato per…equilibrare il nero del mantello!) sono sempre più legati, ma Mao con me fatica ad interagire. Poi, dopo due mesi, il miracolo. Accetta le carezze. Viene timidamente sul divano con me e Milo. E infine, si fa prendere in braccio senza opporre resistenza!
Oggi Mao è un micio un po’ diffidente con gli estranei e con un terrore cieco per il campanello della porta, con me si comporta come nessun gatto ha mai fatto.
Mi chiama con un miagolio speciale, solo nostro. Quando vuole attenzioni, mi prende la mano con la zampa e se la porta sul muso. Ed è gelosissimo se presto attenzione ai suoi fratelli, che sono aumentati, perchè col tempo sono arrivati, sempre dal Gattile, Amelie e Lewis Carroll.
Ma non so come potrei fare senza di lui (come d’altronde non so come potrei fare senza i suoi fratelli), ma lui…lui è speciale, col suo manto di velluto e gli occhi indagatori.
E perchè è stato difficile da conquistare, ma ora è splendido e sereno. Che è quello che più importa.

3. Trilly

di Angela B.

Trilly

Trilly….Questa è la mia panterina domestica, la mia cucciola di 2 mesi.. Ho letto un annuncio dove si diceva che a prezzo modico si vendevano… che brutta parola vendevano… cuccioli di bombay (il gatto delle streghe)… Da casa mia in provincia di Venezia me ne sono andata a Bologna per prenderla! Ero affascinata da questi mici neri!! Quando sono arrivata dalla signora che me lo doveva dare mi sono trovata davanti all’incirca 25 gatti  e 3 cani tutti dentro una casa con un piccolo giardino, dove poi ho visto i mici gironzolavano… Ho preso la mia piccola a malincuore mentre era ancora attaccata alla mamma, ma la signora mi diceva di prenderla senza problemi che non dovevano più stare con la loro mamma…!

Trilly

Quindi come dicevo l’ho presa e portata a casa, dove poi povera cucciola ho scoperto fosse piena di vermi e pulci! Ovviamente adesso è tutto a posto… ! Lei si diverte a farci attacchi di continuo… una morsicatina e una leccata… è un’amore!! Angela

Trilly

4. Mosè

di Emanuela

F.

Mosè - Il Signore Oscuro

 

 

LA DURA GIORNATA DI UN SIGNORE OSCURO.

Svegliarsi alle 7.00 del mattino, per fare colazione.No, dico, alle 7.00, come la gente che lavora.

Tornare a dormire appena terminato di spazzolare la scatoletta di caviale Beluga con contorno di gamberi di contrabbando in via d’estinzione è una bella scocciatura, ora che il sonno è stato interrotto.

Ma insomma, non si può avere tutto.

 

Risvegliarsi alle 13.00, quando la cameriera è di ritorno.

E grazie alla geniale scusa concordata con il veterinario, dopo avergli silenziosamente passato una mazzetta sotto il tavolo operatorio, pranzare con 4 fette di carpaccio crudo.

Perché siete anemico.

 

Dopo pranzo, se è una bella giornata, uscire a fare quattro zompi in giardino – cioè oltrepassare l’uscio, fare una curva secca a sinistra, salire sul tavolino sotto il portico e spararsi una pennica digestiva.

Se il pomeriggio si prospetta noioso, al risveglio lanciare due improperi in direzione della Magò, deridendola senza pietà per le forme abbondanti, e spaventare il cane artritico di 13 anni, materializzandosi improvvisamente alle sue spalle e soffiando.

Andare a fare merenda con le crocchette degli altri, a puro sfregio.

Se anche agli altri viene l’idea di fare merenda, soffermarsi il più possibile davanti al distributore, masticando 50 volte ogni singola crocchetta e allargando le zampe in modo che nessuno vi si possa eventualmente affiancare.

 

Miagolare davanti alla finestra, poiché quella rimbambita della badante non ha capito che volete entrare, nonostante il chiaro messaggio telepatico inviato.

 

Entrare in casa, osservando la badante con rimprovero, e dirigersi tutto impettito verso la lettiera.

 

Quando la badante tenta di bloccarvi, esclamando:<< Ma non la potevi fare fuori, visto che c’eri?? >>, non calcolarsela di striscio, poiché una domanda del genere non merita risposta.

 

Produrre quindi l’improducibile, scavando a fondo per nascondere ad occhi indiscreti la vostra sacra creatura, e poi ricoprirla accuratamente, eseguendo in corrispondenza del tesoro una replica perfetta della piramide di Cheope.

Buttare di proposito qualche zampata di sabbietta fuori dalla lettiera, che fa tanto spiaggia.

 

Parcheggiarsi sul divano, in attesa della cena.

 

Alle19.00 richiedere con impeto il servizio serale.

Siete anziano, e non potete cenare alle ore beate come fa questa sottospecie di famiglia che avete.

Neanche fossero spagnoli.

 

Cibarsi.

Chiedere il bis.

Se c’è ancora spazio, chiedere eventualmente qualcosa di dolce per chiudere il buco.

 

Dopo cena, ritagliarsi l’angolo più comodo del divano, per la visione del film in programma.

Se qualche folle tenta di farvi spostare, mettere in scena, a scelta, una delle seguenti performance:

– micino anziano e innocuo che dorme beato e se lo si sveglia, chissà, potrebbe fare un infarto per lo spavento

– dolce gattino attempato che forse ha qualche linea di febbre e necessita di non essere disturbato

– piccolo e indifeso felino con passato difficile alle spalle, che è ancora incredulo della bella casa in cui è stato accolto e non si stanca di fissare la sua famiglia con gratitudine eterna

– micetto miracolato, con le zampe più di là che di qua, che chissà quanto ancora resisterà alle fatiche terrene. Che già gli sembra di sentire un formicolio alla zampa anteriore sinistra..

 

E…buonanotte. Ci si vede domani.

 

5. Gilda di Sabrina M.

Gilda

Mi chiamo Gilda e ho 7 anni,almeno così mi dicono, perché  io del mio passato di quando ero piccola ho solo un vagoricordo. E a parte qualche particolare episodio,IO,si può dire così sono nata quando la mia mamma e il mio papà mi hanno portata via dalgattile. Il perché ci sono finita? Questo lo ricordo, la mia anziana padrona è dovuta andare all’ospedale ma non è più tornata, allora mi hanno spedito in un posto nuovo pieno di odori estranei, pieno di altri pelosi come me.La mia fortuna? SI! Proprio perché in quel preciso momento, quelli che sarebbero diventati i miei nuovi genitori presero la decisione di aggiungere un altro membro alla loro tribù. E il caso volle che cercassero proprio un pelosetto nero!!!!!!Il mio inserimento non è stato facile, avevo molta paura, ero molto diffidente, in più sebbene avessi già 3 anni non ero ancora stata sterilizzata  perciò soffrivo tantissimo, sbavavo dal terrore e non mangiavo.Devo dire che la mia mamma ci ha messo tutta se stessa per farmi star bene, dopo l’operazione le cose piano piano sono via via migliorate,ma mi ci sono voluti ben 4 anni per cominciare a fare le fusa, dormire nel lettone e la cosa più bella Giocare Giocare Giocare o con mamma e papà o con i miei Fratelli. Ora siamo tutti più felici e Io sono orgogliosa dei miei miglioramenti. Mi chiamo Gilda e sebbene abbia 7 anni sono nata l’8 gennaio 2004. Quando mamma e papà mi hanno scelta. Grazie di cuore!!!!!!

6. Gatin di Rita R.

Gatin

Era la fine di giugno di questo caldo 2011, erano circa le tre del pomeriggio, mi trovavo nel parcheggio di un ospedale.C’erano due ragazze che conoscevo, avevano chiamato i Carabinieri perchè “un cofano miagolava”, era stato chiamato anche il servzio veterinario dell’azienda USL.I Carabinieri erano riusciti a contattare – non so in che modo – i proprietari dell’auto, ed erano molto ansoisi di vederli arrivare per aprire il cofano.Dopo qualche minuto gli ignari proprietari dell’auto erano pronti per aprire ed anche la veterinaria aveva infilato i guanti per catturare il felino!!!Dentro il cofano c’era “Gatin”, un ferocissimo cucciolo di 50 giorni!Sistemato dentro un trasportino la veterinaria doveva decidere dove collocare la belva, io sapevo benissimo dove sarebbe andato a finire …. insieme alle mie due gatte!!!!

Così ora Gatin è un micetto (come si vede in foto) spensierato e molto vivace che ha già imparato a stare in giardino andare sugli alberi e rientrare in casa qunado lo chiamo!

Le “ragazze pelose” non sono state molto contente del suo arrivo, ma ora che la temperatura si è abbassata il problema è decisamente archiviato e tutti e tre stanno in casa insieme al calduccio!!!

Ciao

Rita

7. Totò di Ancuta B.

Totò

Tutto è iniziato quasi 2 anni fa… Avevo (e ancora ho) già un gatto bianco trovatello di pochi mesi, e volevo trovare per lui una compagnia, un amico. Ho cercato su Internet è mi ha colpito una foto di un micio tutto nero, piccolo, piccolo. Aveva due mesi, ma era molto più piccolo di un altro gattino della sua eta’. Le ragazze che lo avevano trovato, e che non lo potevano tenere, mi hanno raccontato che lo avevano trovato sotto la pioggia, ad appena poche settimane di vita. Era bellissimo! E mentre penso a lui, mi si stringe il cuore… Sto piangendo, perché ieri l’ho trovato senza vita davanti casa…  Era una parte di me, è cosi’ sara’ per sempre! Anche se non potrò più accarezzarlo, non mi farà più le fusa, e non giocheremo più insieme… Aveva un carattere bellissimo! Dicono che il gatto è molto individualista e opportunista. Ma lui, a differenza dell’ altro bianco che ho, anche in eta’ ormai adulta, non veniva solo per mangiare. Mi cercava sempre, si alzava su due zampe per essere preso in braccia, e ogni volta che lo facevo, se ne approfittava per stirarsi tutto. Mi stava sulle spalle, mi baciava, mi annusava e mi piaceva tantissimo. Mi facevo fare tutto, anche se ogni tanto mi graffiava con le sue unghie. Lo faceva per troppo Amore! Alla casa dove abitavamo prima, c’ era anche il giardino! Lui, insieme all’ altro micio, uscivano per curiosare.

Totò il nero e Zuzù il bianco

Di notte mi chiamava sempre alla finestra per poter entrare, e anche se aveva fame, preferiva prima coccolarmi e farmi le fusa! O se qualche volta tornava bagnato dalla pioggia improvvisa, miagolava come per lamentarsi, ma contento che stava a casa. Era amico di tutti! E forse questo ha portato alla sua prematura fine. Da due settimane ho cambiato casa, e lui ancora non si era ambientato. Anche dall’ altra parte andava sempre in giro, ma non pensava che non tutti i posti sono uguali… Mancava già da due giorni e mi sentivo qualcosa! Ero molto preoccupata… Finché, uscendo di casa, l’ ho trovato sul campo davanti. Ho visto una macchia nera, e già da lontano ho capito che era lui! Mi sono avvicinata, e ho sentito una coltellata al cuore… Un’ immagine bruttissima!!! Non oso immaginare come sia successo… Ma non era intero. Forse investito… Spero solo che non abbia sofferto. L’ ho preso e sepolto nel giardino, e vicino a lui metterò un albero. Lo vorrei riabbracciare e baciare! E spero che nei miei sogni tornerà a trovarmi… L’ Amore mio, Toto’.

8. Puce di Ursula V.

Carissimi, foto non ne ho con me ma tanti bei ricordi……il mio caro Dolce PUCE se n’è andato nel lontano 1985 a soli 9 anni, ucciso da una paralisi provocata dallo scoppio di un botto, a capodanno.Puce….il gatto….Preso a Milano da una gatta che aveva partorito solo lui, era cresciuto (fino al giorno in cui è arrivato a casa mia) in mezzo a diverse ZIE GATTE, l’amore non gli era certo mancato. Era di una intelligenza unica: se piangevi o eri triste lui lo “sentiva” e si accembellava intorno al collo come uno sciarpino, per fari sentire col suo calore che lui ti capiva e che ti consolava.PUCE, ti guardava le labbra quando gli parlavi e ti  rispondeva giuardandoti negli occhi, Puce che aveva imparato a fare la pipì nel WC come noi, Puce che correva quando lo chiamavi, che aspettava il rientro davanti alla porta, che riconosceva il passo delle persone…Puce che ha lottato fino alla fine e non ce l’ha fatta. Puce che resterà sempre nel mio cuore e nei miei ricordi di bambina e di adulta, ma sempre con lo stesso amore di quando lo coccolavo e di quando era lui a coccolare me.Grazie Dolce caro unico mio amico PUCE…Ursula – Firenze

9. Sibilla-Cicciola di Cristina G.

Cicciola

Firenze,  Aprile 1998. Un meraviglioso batuffolino nero con un piedino bianco, dal banchetto dell’Unione Amici Cane Gatto sistemato al Mercato delle Cascine, arriva in casa nostra.Inizialmente non nascondo che avevo qualche “riserva” su questo ingresso, sapevo bene quanto mi avrebbe coinvolto in tutti i sensi, quello che avrebbe rappresentato per me, e una parte  di me voleva “evitare” tutto questo, ma le mie figlie erano FELICI, e così…eccola: minuscola, stava in una mano, si addormentava ogni due minuti, trotterellava per casa con quelle zampottine puffose.Aveva una quarantina di giorni. Sibilla. La nostra GIOIA. Dopo poco diventa Sibi. Un concentrato di dolcezza, fierezza, intelligenza e…gelosia. Verso la nostra seconda micia, trovata scheletrica e spaurita fra i palazzi di un rione vicino a noi e portata ovviamente a casa nostra. Le si contavano le costole e le vertebre, aveva due occhioni verdi e buoni che le spiccavano nel meraviglioso colore tartarugato del manto, si faceva coccolare da noi, ma…si nascondeva a Sibilla, che le faceva degli “agguatini” buffissimi, con gli occhi talvolta curiosi, talvolta “arrabbiati” o “minacciosi”…dopo qualche mese, le due cominciano ad avvicinarsi in maniera amichevole, ma Sibilla, nel frattempo diventata Sici (da “siciliana”) per la impetuosa gelosia, “vuole” il riconoscimento dovuto alla prima arrivata, e se lo prende. Con tutta la “ruffianeria” tipica dei gatti, con tutta la determinazione e il tatto di cui è capace. Ora è una micia polposa e folta, che si siede a tavola con noi – sulla “sua” sedia – che mangia anche dalle nostre mani e, solo con me, anche nel piatto. Quando ci sono altre persone, non lo fa. Se non è intelligenza questa! Arriva il momento di “avere dei bambini”, e Sici, da un po’ Cici o Ciciola, o Cicciola, ha imparato a tirare giù la maniglia della porta per uscire, piange molto, sta male; il veterinario consiglia la sterilizzazione. Con il cuore tristissimo la porto a farla.La Cicciola sta subito bene, ma a me resta un grande dispiacere nel cuore, per essermi presa un diritto che non mi spetta, quello di decidere la vita di un altro essere vivente (infatti, dopo, l’altra miciotta, Morgana, ha fatto un parto, ha avuto tre micine). Passano gli anni. La Cicciola cresce nell’AMORE, e dando AMORE, per dieci, cento, mille volte…cresce in sensibilità e sensitività, impara a conoscere le nostre abitudini e si adegua in modo meraviglioso, “parla”, capisce, “risponde”. Per me è amica, sorella, figlia, confidente. Sto male quando devo lasciare sia lei che l’altra micia anche per poche ore.Lo sapevo che era così…Quando è stata un po’ più grande, ha cominciato a “prevenire” i miei movimenti, a precedermi nelle situazioni più varie, a capire ogni sfumatura dei miei stati d’animo, a farmi da “sveglia” al mattino, PROPRIO ALL’ORA ESATTA in cui mi alzo per andare al lavoro, tanto che non mettevo più la sveglia, appunto…non sgarrava di un secondo. Le cose da raccontare sarebbero tantissime…Arriviamo a Giugno di quest’anno. Sto progettando di portare le micie con me al mare, di prendere un appartamentino in affitto e stare lì con loro per qualche giorno. E’ Lunedi. Cicciola è mogia. Da qualche giorno fa più pipì e beve di più. Al pomeriggio del giorno dopo la porto dal veterinario. Ha la febbre a 41°. Il dottore decide di fare quattro cinque punture di antibiotico e poi di vedere da cosa può dipendere il malessere della mimma. Dopo la prima, sembra riprendere, torna vivace, mangia come prima.Io e una delle mie figlie usciamo la sera per seguire un seminario, l’altra, con il compagno e due amici, e un bimbo in arrivo, è in casa.

Il seminario sta per finire. Arriva una telefonata al cellulare di mia figlia. Esce dalla sala, non rientra. Al termine, esco. La vedo con un’espressione indecifrabile, ma non la sua; le chiedo. Mi dice “mamma, andiamo in macchina e te lo dico”…cento pensieri in un secondo. Ma NON QUELLO.

Insisto per sapere.

“Mamma, non so come dirtelo…la Cici NON C’E’ PIU'”.

Dopo 3 giorni, Violetta ha fatto il suo ingresso in casa. Sembra che sia tornata la Cicciola.

Vio ha gli stessi gusti, gli stessi atteggiamenti, gli stessi occhi con dentro il mondo, la stessa sensitività.

E Cici E’ QUI. La vedo e la sento, ho visto più volte la sua sagomina camminare accanto a me.

 

Grazie.

10. Cagliostro e Romolo, i mici neri di Micol C.

 I due mici neri di Micol: Cagliostro e Romolo!

Cagliostro

Cagliostro 2

Romolo 2

Romolo

11. Ombra di Nicoletta S.

Ombra

Volevo un gatto grigio… e così ho imparato ad amare i gatti neri! Tutti dovrebbero desiderare un gatto nero, solo che, per loro sfortuna, non lo sanno.Anche io non sapevo di volerne fortissimamente una, credevo di volere un simil certosino, cangiante ad ogni passo, con occhi immensi e nocciola.Il nostro scontro avvenne al caldo d’una giornata di mezz’agosto, quel piccolo carbone ardente dagl’occhi d’erba secca. Io non la volevo, io almeno non la volevo tanto quanto lei voleva me. Io volevo un gatto d’argento.Portai a casa quel sacchetto d’ossa mezzo morto e mentre la guardavo iniziare a vivere la chiamavo Ombra.Il nostro inizio è stato quasi una fine. Non avevo fatto neanche a tempo ad affezionarmi a lei che me la vedevo sfuggire fra le dita in quel lungo sonno intervallato da vomito e diarrea.Credo abbia usato almeno quattro delle sue sette vite per ritornare ancora da me e nessuno pensava che ce l’avrebbe fatta.

Dopo sette giorni quegli occhi si sono aperti di una luce nuova e finalmente è entrato nella mia casa un gatto nero. Nei giorni precedenti era stata tanto immobile tanto quanto fu mobile dopo. Una macchia nera impazzita che saltava e distruggeva. Fortuna che in quei giorni d’agonia avevamo imparato ad amarla perchè il nostro amore fu messo duramente alla prova.

Non avevo mai avuto un gatto così, aveva l’argento vivo addosso.

Ho passato notti a seguirla per la strada, pomeriggi a salvare topi e lucertole, mattine a incollare soprammobili rotti.

Intanto compravo la prima maglietta con raffigurato un gatto nero.

In poco tempo ha imparato ad aprire le porte saltando sopra alla maniglia, favorendo la sua fuga e quella di un gatto che fino a poco tempo prima temeva anche solo il cigolio del cancello. Gli ha insegnato a stare con le persone, rendendo l’ora di cena una vera e propria riunione di famiglia.

Così appena ho trovato la seconda maglietta con un gatto nero l’ho comprata immediatamente.

Per essere un gatto era proprio bruttina l’Ombrina, con quel pelo unto come una lontra, secca secca e con quella pancia calante da gatta sterilizzata. Ma non era possibile spiegare cosa facesse alle persone. Era impossibile non innamorarsi immediatamente di lei, fu perdonata anche dal prete che la trovò ad abbeverarsi al ciotolino dell’acqua santa quando ci venne a benedire casa.

Qualche giorno dopo trovai una spilla con un gatto nero, vista e comprata.

Quando ormai c’eravamo rassegnati alla sua vivacità ecco che un giorno si sveglia con una luce nuova negli occhi. Il suo manto era pulito e soffice come velluto, ad ogni passo cangiava sotto la luce del sole. I suoi occhi erano d’un verde brillante, come l’erba dopo una tempesta.

Ha iniziato a vivere di noi, non ero più io che la cercavo ma lei che miagolava alla porta. Dopo notti passate ad abbracciare il buio, nei punti in cui di solito si nascondeva, ecco la sua sagoma spiaccicata alla finestra con l’intento di farsi aprire il più rapidamente possibile.

Ama la presenza di qualsiasi essere umano le graviti attorno ed allontanarsi senza avvertirla è il dispetto più grande che le si possa fare. Lei deve essere partecipe in tutti i momenti e in tutti i luoghi, sempre attenta sia che si tratti di sport, di giardinaggio o di cucina.

Incredibile quanto lei sia tutto ciò che volevo ed io neanche lo sapevo. Non sapevo, quando in me è nato silenzioso il suo nome, che un giorno sarebbe stata davvero la mia Ombra.

Adesso sono letteralmente ipnotizzata da tutti gli oggetti che raffigurano gatti neri, che siano stampati, dipinti o anche solo narrati. Un gatto nero è qualcosa che anche se impieghi tutte le parole del mondo per raccontarlo non lo puoi spiegare. Un gatto nero va vissuto.

 

Nicoletta S.

12. Leo di Alessandra

Leo

Questo è Leo,è arrivato a casa mia a marzo di due anni fa, qualcuno ha pensato bene di disfarsene abbandonandolo nel mio quartiere, dove ha vagato per qualche giorno, appena mi ha visto mi ha seguito fino a casa, è entrato, l’ho sfamato, ha fatto amicizia con gli altri inquilini della casa (altri 6 gattoni) e si è impossessato del divano, come se fosse sempre stata la sua casa!!!Ora ha trovato una famiglia, degli amici con cui giocare e tanto amore da regalare!!!

un saluto Alessandra e Leo

13. Harlock di Federica G.

Harlock

Ciao a tutti, mi chiamo Harlock, abito a Ferrara e mi ritengo un gatto fortunato.Non ho avuto un’infanzia serena, mi hanno trovato che vagavo lungo una strada, ero piccolo denutrito e completamente accecato dal pus provocato dall’herpes.Per fortuna la famiglia che mi ha adottato si è adoperata da subito con cure e amore, ho subito 2 interventi all’occhio destro, che purtroppo ho perso, e nel frattempo ho sviluppato anche una forma di epilessia. Con tutti questi problemi non ho reso la vita facile alla mia famiglia anche perché, forse a causa delle mie malattie, ero particolarmente aggressivo e intrattabile. Con il passare del tempo ho riacquistato quasi completamente la vista nell’occhio sinistro e miracolosamente sono più di due anni che non ho una crisi epilettica. Inoltre, il mio carattere è notevolmente migliorato sono diventato docile e affettuoso.Ora che ho messo da parte tutti questi problemi mi dedico tranquillamente alle mie due passioni: il cibo e il volontariato. Per quanto riguarda la prima, nulla di particolare, come tutti i gatti sterilizzati che passano gran parte del loro tempo in casa, ammazzo la noia mangiando a ripetizione. Ora ho raggiunto il peso di8 kg, ogni tanto la mia famiglia ci prova a mettermi a dieta ma senza grandi successi. Per quanto riguarda la seconda passione, il mio animo si divide tra essere una crocerossina e una balia. Ebbene si, sono particolarmente sensibile e di animo buono, ogni qualvolta incontro un gatto che reputo in difficoltà mi prodigo per dargli soccorso nel modo che mi riesce meglio, ossia lo porto a casa mia che cibo e un tetto dove ripararsi non mancano mai. Ad appena un anno di età ho incontrato durante una delle mie passeggiate un micetto anche lui tutto nero di appena 2 mesi. Era piccolo però già molto indipendente e con nessuna intenzione di farsi addomesticare. Con la mia pazienza e quella della mia mamma ci siamo riusciti ed ora è il mio primo fratellino di nome Bill ( dal film Kill Bill dato che è un abile cacciatore/killer).

Harlock il nero e Oliver

Appena trasferiti in città ho subito fatto amicizia con i gatti randagi della mia via ed anche in questo caso li ho a poco a poco attirati nel cortile di casa e qui hanno cominciato a sfamarsi regolarmente e a ricevere le dovute cure. Ad oggi dopo essere stati censiti e sterilizzati sono rimasti in due. La Mamimadre di tutti i gatti della zona, che mangia a sbaffo ma non ha nessun interesse a farsi accarezzare e stringere un rapporto di affetto con gli esseri umani e il figlio Fiocco, anche lui tutto nero, che al contrario ha subito scoperto e apprezzato i confort offerti da una famiglia umana. Oltre a questi episodi più significativi capita sempre che la mia famiglia si trovi nel cortile nuovi ospiti per ora tutti di passaggio. Per quanto riguarda le mie doti di balia, le ho sperimentate con gli altri due fratellini adottati, in tempi diversi, dalla mia famiglia. In queste due occasioni mi sono prodigato nella cura ed educazione, e ho seguito le fasi di sviluppo delle creature Odino e Oliver. Mi sono talmente immedesimato nella parte che con l’ultimo arrivato mi sono persino prestato ad offrigli le mie mammelle, ovviamente prive di latte, per delle lunghe e rilassanti poppate. Ultimamente a dire il vero, dato che il marmocchio ha già più di un anno di età, sto cercando di “svezzarlo”, appena tenta l’approccio prima cerco di dissuaderlo lavandogli accuratamente la testa per poi spingerlo delicatamente via con le zampe posteriori ma senza un gran successo, sono troppo buono e tenero di cuore.Questa in sintesi è il racconto dei miei primi 4 anni di vita, chissà cosa mi riserverà il futuro, una cosa è certa spero tanto di poter continuare, come la mia famiglia, a rendermi utile per i tanti amici meno fortunati del sottoscritto. Harlock di Federica e Paolo

14. Botto di Elena T.

Botto

C’è da dire che il nostro Botto è così giovane che non ha una grande storia alle spalle…eppure, nonostante l’età ha già consumato due delle sette vite che aveva in partenza….

Sì, perché quando è nato era destinato a morire…sapete come facevano una volta i contadini quando trovavano delle cucciolate di gatti e ne avevano già troppi…li eliminavano con vari metodi. Ecco, Botto è nato nel vecchio forno di una casa rurale in cui abita un anziano signore che ormai fa fatica a fare certe cose, così aveva incaricato la nipote, che per fortuna conosco bene, di portare i tre gattini a far sopprimere….

Botto

Così lei, dicendo allo zio che li aveva portati via, li ha nascosti e si è presa cura di loro. Naturalmente quando lo abbiamo saputo abbiamo scelto di salvarne uno e di impegnarci a trovare una casa anche per gli altri due, e così è stato! Potete immaginare la gioia di Libero che chiedeva di adottare un gatto e lo voleva tutto nero!

E dopo aver “consumato” una vita delle sette, è arrivato a casa nostra accolto come un principe. Ma dopo pochi giorni che era con noi è stato aggredito da un gatto grigio enorme che sembra una lince, che è entrato in giardino e lo ha massacrato….era distrutto, pieno di tagli e ascessi, senza appetito, triste….lo abbiamo imbottito di antibiotici contro l’infezione e di amore contro la paura…alla fine è guarito ed è in splendida forma! Abbiamo depennato dal suo curriculum anche una seconda vita, ma secondo me le cinque che gli restano sono sufficienti per vivere a lungo una vita felice!

Botto

Botto

E contro ogni brutta credenza popolare che denigra i gatti neri e li fa temere dai superstiziosi…..VIVA I GATTI NERI!!!!

15.  Golia di Carla C.

Golia

Come tutte le cose belle, è arrivata all’improvviso. Anzi, mi ha cercata all’improvviso. La mia gatta ha trovato me, mentre scendevo dalla macchina e attraversavo la strada per entrare in ufficio… Da un cespuglio è sbucata una cosetta tutta nera, con la coda drittadritta e la punta piegata ad angolo retto. “MIAO” ha detto mentre mi veniva incontro. Era il miao dei cuccioli.
MIAO? Ommiddio, un gattino qua? A quest’ora e prima di andare in ufficio?
Ma lei insisteva “MMMIIAAAAOOO” come dire “Miao insomma mi vedi o no?”
Era così piccolina che non sembrava vera… aveva pochissima pelliccia, tantissime pulci e due grandi, enormi occhioni grigi.
La prima cosa che fece fu mettermi le zampine in faccia: aveva i cuscinetti neri e io pensai che somigliasse a una piccola scimmietta.
Ciao Golia. E adesso come ti porto a casa?
Era metà settimana, mio marito era fuori casa per alcuni giorni e io avevo un cane che viveva con noi da 11 anni… e lui non aveva mai vissuto con un gatto.
Così chiesi al benzinaio se poteva farmi la gentilezza di tenermela nel suo ufficetto fino al sabato. In quel modo per due giorni avrei potuto vedere come Ulisse (il nostro cane) e Golia cominciavano a convivere sotto lo stesso tetto.
Portai Golia a casa in una scatola di cartone; dai forellini riuscivo a vedere quei due occhioni che mi ricordavano ET. Il veterinario disse che stava bene anche se era davvero magrissima (pesava circa 4 etti).
Arrivate a casa, Ulisse la guardava e l’annusava. Io lasciai che si “parlassero” e in pochi minuti capii che gli animali sanno cose che noi non potremmo sapere mai.
Tutto era normale come se avessero da sempre vissuto insieme.
La prima foto di Golia è di lei minuscola che mangia in una piccola ciotola che sembra enorme.
Ho scattato quella foto e poi l’ho mandata a mio marito con un mms. Il messaggio diceva così:
“Ciao sono Golia e da oggi faccio parte della vostra famiglia”.

Golia è una gatta indipendente e dolcissima. Una vera gattanera, la mia gattacaramella.

Un abbraccio a tutti,
Carla

16. Lilith di Noemi I.

Lilith

L’episodio legato a questa micia – mia carissima amica – è assai breve e ve lo racconto in due righe direttamente in questa mail: Lilith abita all’inizio della pista ciclabile di Altura a Trieste. E’ molto narcisista e si lascia tranquillamente fotografare, ma raramente avvicinare (da me sì).Ebbene, regolarmente – oserei dire conscia dei pregiudizi contro i gatti neri – quando sale o scende qualche ciclista o qualche pedone, lei attraversa la strada in modo da impedire, in caso di scaramanzie, frenate o evitamenti di percorso. Costringe tutti i ciclisti (e anche i pedoni) a passare dopo il suo attraversamento. E’ troppo forte e penso che il suo carattere traspaia dalla foto che le ho scattato.

17.  Milo di Marianna L.

Milo

Ciao, questo è il mio puffetto, si chiama Milo e vive con me da 9 anni. Sono 22 giorni che è sparito e sono veramente disperata perchè la casa senza di lui non è più la stessa, mi sento impotente perchè non so dove sia e come stia, non sò più dove cercarlo ed è veramente frustrante. Non capisco come l’ignoranza della gente possa ancora farli etichettare come portatori di iella etc…e non mi capacito del fatto che per halloween ci siano così tante sparizioni, prima di perderlo non ne avevo idea ed ho scoperto un mondo troppo crudele per essere vero e poco combattuto per evitarlo. Ma parliamo di queste panterine, eleganti, cacciatori nell’animo e nello stesso tempo dolci e affettuose come non mai, c’è chi dice che il gatto nero sia speciale, ed io ve lo posso confermare. Un aneddoto…ce ne sarebbero tanti…ho sempre parlato tanto col mio gatto e lui ha imparato, mi parlava quando voleva qualcosa, si faceva capire a gesti e miagoliii ma la cosa più buffa e che tutte le volte che mi capitava di starnuttire mi diceva “salute” ovviamente con un “maooo”.

Milo 2

Lo lasciavo uscire perchè essendo fuori casa tutto il giorno mi dispiaceva lasciarlo solo così tante ore e appena rincasavo lui si dirigeva sul tappeto a tirare i fili ed aspettare le coccole, la stessa processione capitava al risveglio mattutino, mi tagliava la strada e via che si buttava a peso morto sul tappeto in attesa di coccole e guai non dargliele, ci rimaneva troppo male. Anche col mio fidanzato aveva creato i suoi momenti, un pò meno comodi ma pur sempre dolci, infatti tutte le mattine almeno 15 minuti prima della sveglia, se non aveva dormito con noi, saltava sul letto ed iniziava a ronzargli attorno con un rantolio di fusa no stop fino a che non riusciva a tirarlo giù dal letto. Beh insomma ce ne sarebbero tante altre ma tanto per farvi capire quanto lo amavamo e quanto sia grande il desiderio di ritrovarlo….era come un figlio per noi.

Marianna & Ale

Milo 3

18. Minnie di Marta A.

Minnie

Minnie: è una bellissima gatta nera, che purtroppo non è più con noi, lei ha una storia completamente fuori dal comune, è stata la mascotte dei controllori dei treni di Firenze. Nel ’91, molto giovane, era incinta e cercava una casa, la sede del Personale Viaggiante (i controllori), la ispirava, uno di loro le dette da mangiare e allora decise che la sua vita era lì, così diventò la Gattina del Personale Viaggiante. Mio fratello è stato un controllore, sapendo quanto mi piacciono i gatti ogni giorno mi parlava di lei, io non posso tenerli in casa perchè sto vicino alla ferrovia ed i miei il gatto chiuso in casa non lo vogliono, allora mi affezionai tanto a lei e di tanto in tanto andavo a trovarla. All’inizio lei era molto ostile, non mi conosceva, poi, piano piano, sempre meglio, fino a che, ogni volta che mi vedeva, mi correva incontro felice di vedermi. Perderla è stato un bel dispiacere, non viveva con me, ma era anche un po’ mia, sono convinta che anche lei mi considerava una delle sue padroncine, io non lavoro lì, ma che importanza ha? Dopo qualche anno, casualmente, ho scritto una storia su di lei divisa in due capitoli, il primo lo racconta lei, il secondo io, in entrambi i capitoli parliamo dell’amicizia fraterna che ci ha tenute unite da quando sono entrata nelle sue grazie in poi. Non pensavo minimamente di pubblicarlo, ma, un collega di mio fratello con cui ci siamo trovati a fare i figuranti al presepe vivente, volle leggere la storia e mi propose di pubblicarla. Io la ritenevo una follia, ma lui mi disse che potevo provare, così contattai un amico editore che me l’ha pubblicata: “La Gattina del Viaggiante”. Ha vinto il “premio Bastet per la Diffusione della Cultura del Gatto” rilasciato dall’Accademia del Gatti Magici di Fiesole (FI).

 Marta Ardenti, autrice di “La Gattina del Viaggiante” (Ed. EMF – Il Melograno)

19. Corallo – Howard di Marina A. e Marta A.

Corallo - Howard

Corallo: è il gatto appollaiato sul radiatore che vedete nella foto allegata, l’ho trovato esattamente un anno fa, il 25 ottobre 2010. Era un anonimo lunedì sera autunnale, durante il giorno aveva piovuto tanto, proprio una giornata mesta. Quella sera stavo guardando 900, una trasmissione condotta da Pippo Baudo in quel periodo. Verso le 23,30 in famiglia cominciarono ad avviarsi in camera, anch’io, aspettavo la fine della trasmissione per andare a letto. Mio fratello uscì dalla sua camera agitato, invitandomi a lasciare stare il programma televisivo, fuori c’era un gattino che miagolava, stava chiedendo aiuto! Così dalla finestra si puntò una torcia per cercare di capire dov’era, si trovò questo batuffolino nero in giardino, che cercava pappa e casa, così si portò su. Era molto spaventato, ma piano piano, con una ciotola di latte e tante carezze affettuose, si calmò e capì che non aveva più nulla da temere. C’era una cosa che non voleva capire, voleva dormire con me, tra che venendo da fuori era sporco, tra che aveva avuto degli attacchi di diarrea, non era assolutamente il caso che dormisse nel mio letto. Lui mi guardava, miagolava per chiedermi di dormire con me, in quel momento rimasi colpita dai suoi occhi verdi che mi sembravano pietre preziose, purtroppo, come ho spiegato prima, non si poteva tenere, il giorno dopo gli avrei dovuto cercare una nuova casa, quindi non pensai neppure al nome, ma qualora l’avessi dovuto decidere io, l’avrei chiamato come una pietra preziosa, ma quale? Lo smeraldo è verde, ma non mi piace come nome, mi pare snob. Il giorno dopo (martedì) mi misi d’accordo con Marina che l’avrebbe preso lei, il Mercoledì sarei andata a portarglielo. Il martedì però lo portai dal veterinario, con quegli attacchi di diarrea volevo essere sicura che non fosse nulla di grave, era tutto a posto, la dottoressa mi dette dei croccantini per gattini piccoli che lo rimisero in sesto. Lei però, per fare il referto, voleva il nome, così decisi di chiamarlo come una pietra preziosa rossa, ma il nome mi piaceva indipendentemente dal colore: Corallo. Quando il giorno dopo l’ho portato da Marina, non mi sono mancate le lacrime, in quei 2 giorni si è dimostrato un gatto meraviglioso, la casa nei giorni successivi mi pareva troppo vuota. Marina gli ha dato un secondo nome, Howard, in onor di uno scrittore di fantascienza che amava i gatti neri.

 Marta A.

20. Stellina di Marta A. e Venanzio

Stellina con Lilli la cagnolina

Stellina: è la gatta del mio ragazzo, Venanzio. Anche lei è entrata per caso nella sua vita e, di conseguenza, nella mia. Il mio ragazzo nel maggio del 2007 perse Nerino, un gatto bianco e nero di età avanzata, era selvaggio e non dava confidenza a nessuno, ma quando morì lasciò il vuoto. In quel periodo Stella, la gatta della mia nonna (anche lei nera) aveva partorito una cucciolata e si stava cercando una famiglia ai gattini. Lui la sera stessa della morte del suo gatto mi disse che ne voleva un altro, perciò di andare quanto prima al paese della mia nonna (Castiglion Fiorentino – AR), per prendere un cucciolo. C’era da aspettare qualche settimana, il tempo di svezzarsi, poi, il 20 maggio si fu invitati ad una Comunione, lui arrivò col trasportino, alla fine della festa si sarebbe scelto un cucciolo. Erano tutti bellissimi, alcuni erano prenotati da altra gente, ma c’era tra gli altri una gattina nera che stava aspettando un nuovo padrone. Così lui la scelse, la mise nel trasportino e la portò a casa sua. Il viaggio era di circa un’ora e mezzo, lei era spaventata, ma quando arrivò a casa, i genitori la accolsero a braccia aperte, sono passati 4 anni e in quella famiglia sono tutti pazzi per lei, io compresa. Dopo circa un anno e mezzo, ottobre 2008, sparì, il dispiacere che si provò ve lo lascio immaginare, si pensava di averla persa per sempre, io cominciai a temere che qualcuno potesse averla uccisa perchè era nera, giurai vendetta, che avrei denunciato e fatto pagare caro quel gesto!!! Invece, dopo 3 o 4 giorni la Stellina tornò a casa sana e salva, non dava segni di sofferenza e così è tornato il sereno in quella casa.

 Marta A.

21. Nerina di Letizia F.

Nerina di Letizia F.

La mia gattina si chiama Nerina, naturalmente è tutta nera, il suo pelo è talmente lucido e morbido che ho sempre voglia  di coccolarla e farle tante carezze, eh si è proprio bella, infatti ha molti corteggiatori.Comunque è una gattina che ha il suo caratterino, nel senso che se non ottiene quello che vuole si arrabbia, praticamente non considera più nessuno e fa la snob, è schizzinosa anche nel cibo, lei ha la sua marca preferita ed il suo gusto preferito, insomma ho fatto molta fatica a  capire quello che le piace mangiare !Al fine settimana, cioè il Sabato e la Domenica mattina quando non vado a l lavoro, vuole venire a tutti i costi in camera mia a svegliarmi avvicinandosi alla mia guancia con il suo bel musetto dandomi bacetti e facendo le fusa, quando vuole è molto affettuosa e dolce.Sia io che mia mamma siamo molto felici di avere la Nerina con noi, la mamma stravede per lei e la tratta come se avesse una bimba.Un consiglio che voglio dare a tutti …è bellissimo avere almeno un animale in casa, dà tanto calore. PS: Un particolare della mia gattina, fa la pipì in piedi come un maschietto!

Lety

22. Nerina di Laura F.

Nerina di Laura F.

Nerina arrivò a casa nostra il 14 aprile del 1993 grazie ad una nostra amica che la trovò abbandonata. Dormì ininterrottamente sul divano per 3 giorni e 3 notti. Era una micia con un carattere deciso ma sapeva essere affettuosa e riconoscente visto che ci portava fino sui piedi le prede che cacciava (ci piaceva pensare per noi). A proposito di caccia, ricordo una volta che, sopra il ramo di un albero, ad un passo dalla potenziale preda, un altro micio, accasato anche lui presso di noi, con fare molto maldestro le fece scappare il passerotto che lei si apprestava a catturare. Nerina a quel punto guardò Pulce e lo rincorse giù dall’albero facendogli fare un bel po’ di strada di corsa. La scena fu molto divertente e quando la ricordiamo ci viene ancora da ridere.  Le giornate le trascorreva fuori casa (tramite uno sportellino nella finestra poteva entrare e uscire a suo piacimento) e si comportava da felino qual’era. Alla sera e per tutta la notte restava in casa; quando iniziava a fare buio mi affacciavo ad una finestra e la chiamavo per nome proprio come si fa con i bambini e, sembra impossibile, dopo un po’ si apriva lo sportellino nella finestra e lei entrava. Dopo cena, mentre guardavamo la tv veniva sulle ginocchia a fare fusa e mottine e poi si addormentava. La notte spesso veniva a dormire nel lettone e senza disturbare si stendeva di fianco a noi. Una mattina mi sono svegliata ed era distesa di fianco a me con la testa appoggiata sul cuscino, sembrava quasi mi volesse imitare.Ha vissuto con noi 14 anni e ci sarebbero tante cose da raccontare. Il 14 maggio 2007 ci ha lasciati e abbiamo provato un grande dolore e un grande vuoto.Adesso abbiamo un’altra “bambina pelosa” ma questa è un’altra storia.

LAURA F. Tresigallo (Fe)

23. Il micio nero di Camilla R.

I mici Zorro e Luna

Il micio nero …A dispetto di quanto si sente raccontare dalle leggende metropolitane, io ho sempre amato i gatti neri e li ho sempre ritenuti eleganti e maestosi oltre ad ottimi portafortuna …In particolare voglio raccontarvi un episodio, durato alcuni mesi della mia vita, dove il protagonista era proprio un micio nero …Era una mattina come tante altre e mi accingevo a salire la prima rampa della prima scalinata che mi avrebbe condotta a scuola … avevo circa dodici anni e frequentavo la scuola media … ma quella mattina non ero affatto felice e guardavo quella scala come se, in realtà, mi stesse conducendo al patibolo … sapevo che sarei stata interrogata di storia, materia che ho sempre odiato a causa della mia scarsa memoria che non mi aiutava a ricordare date e fatti correlati, e non mi sentivo affatto pronta per affrontare la mia interrogazione come avrei dovuto. Ero in piedi dalle cinque di quella mattina ed avevo diligentemente ripassato la lezione, ma, ugualmente, non mi sentivo in pace con me stessa. Rimuginavo sui miei guai quando, all’improvviso, ho sentito qualcosa di leggero e fluttuante muoversi tra le mie gambe … … … era un meraviglioso e lucidissimo micio nero, probabilmente membro della colonia che abitava li, ma non lo avevo mai visto prima. Come se sentisse i miei timori si strusciava sulle mie gambe, faceva le fusa e mi guardava come a volermi dire “andrà tutto bene” … … … ho iniziato a salire le scale, uno scalino alla volta e lui sempre vicino alle mie gambe … giunti alla fine della scalinata mi ha guardata ed io gli ho detto di fermarsi e di aspettarmi li perché oltre c’erano le automobili e sarebbe stato pericoloso per lui, io sarei andata a scuola e poi sarei ritornata da lui con un ottimo voto di storia.

 

uno dei due mici neri di Camilla

 

Lui sembrava aver capito, si è seduto e mi ha guardata attraversare rimanendo fermo esattamente dove lo avevo lasciato …L’ interrogazione è andata benissimo … ho risposto a tutte le domande … esco felice di poter tornare a casa con uno splendido voto e … chissà … magari mamma e papà mi lasceranno portare a casa il mio portafortuna … … …Ritorno verso casa “volando”, ma del micio nero nessuna traccia … arrivata a casa ne parlo comunque ai miei genitori, pregandoli di lasciarmelo portare a casa, ma loro sono irremovibili “gli animali in appartamento non stanno bene … non è amore sacrificarli tra quattro mura, diverso sarebbe se vivessimo in campagna tutto l’anno, ma così non è possibile” …  mortificata lascio perdere, intanto so perfettamente che a nulla serviranno pianti e preghiere …La mattina dopo, però, uscendo per andare a scuola porto con me un po’ di cibo … chissà se il mio amico sarà di nuovo li … … … ed eccolo … è li che mi aspetta, esattamente dov’era apparso il giorno prima … gli do da mangiare, facciamo un po’ di coccole e, di nuovo, mi accompagna fino alla fine della scalinata e poi si siede e mi guarda attraversare … … … … … questo rito è durato mesi … quasi fino alla fine della scuola … poi, una mattina, non c’era e da quel giorno non è più venuto … ho sempre voluto sperare che qualcuno di buon cuore, visto quanto era bello ed affettuoso, gli abbia donato una casa ed una famiglia. Da quando vivo da sola divido la mia vita con due cani e quattro gatti di cui due rigorosamente neri e vi posso garantire che i gatti neri sono amorevoli portafortuna :O)

Camilla R. (le foto sono degli attuali gatti neri, Zorro e Luna)

24. I mici neri di Silvia G.

Pirulon, il primo gatto nero, con Silvia

Quella del gatto nero è stata una figura sempre presente nella mia vita fin dall’infanzia. Abitando in campagna ci sono sempre stati nel mio cortile molti gatti selvatici e allora non sapevo nulla sull’importanza delle sterilizzazioni, né tantomeno lo sapevano i miei genitori per cui nessuno tentava di fare qualcosa in questo senso. Perciò i gatti in giro erano sempre tanti ed erano tutti neri. Ce n’è stata una vera e propria dinastia. Tutto è partito da Pirulon, uno splendido gattone nero che fu dato alla luce da una gattina randagia che mio nonno decise di adottare. Pirulon è stato il primo gatto della mia vita, quando io nacqui lui era già il re della poltrona ma mi raccontano che fosse ben felice di dividerla con me e nonostante io lo strapazzassi di qua e di là non ha mai alzato una sola unghia verso di me. Pirulon amava stare in casa a prendere le coccole ma la sua natura era selvatica e se ne andava a girovagare per le campagne. Fino a che ci portò a casa un figlioletto, anche lui tutto nero, Pirulin.

Pirulin il nero, in braccio a Silvia

Pirulin era una vera panterina, era elegante, altezzoso, consapevole della sua bellezza, dispettoso, ma sapeva essere anche tanto coccolone, era anche bravo a sopportarmi, diciamocelo, perchè ero piccola ed ero un po’ rompiscatole, qualche graffio me lo sono proprio meritato! Pirulon, quando fu molto anziano, probabilmente andò a morire lontano perchè sparì e non trovammo il corpo da nessuna parte, mentre Pirulin morì ancora giovane investito da un’auto, ritrovammo il corpo sul ciglio della strada. Fu terribile. Ma anche il mio caro Pirulin, come il suo dolcissimo papà, aveva procreato in giro, per ciò dopo qualche tempo arrivò in cortile un nuovo micio nero, grosso, con una somiglianza incredibile a Pirulin e Pirulon.

Caciottone

Lui fu Caciottone, per la sua cicciosità. Subito dopo fece la sua comparsa un altro micio nero, con lo stessa somiglianza, impossibile non pensare che fossero i discendenti dei miei primi mici. Lui fu Grezzone, per il suo sguardo minaccioso e i suoi scatti bruschi. Con loro non riuscii mai a fare amicizia, riuscivo soltanto a dar loro da mangiare. Poi, un bel giorno, arriva la signorina del gruppo, una meravigliosa micia nera dagli immensi occhi gialli, Occhi Dorati. Non so se lei fosse discendente dei miei primi mici ma sta di fatto che iniziò a fare delle cucciolate. La prima fu di tre gattini neri: Cecchetto (perchè aveva un occhio cieco), Loreto e Ciroleto.

Occhi Dorati

Come avrete notato ho sempre dato dei nomi strani ai gatti! Con Ciroleto non riuscii mai a fare amicizia, era inavvicinabile: Cecchetto diventò subito mio amico ma sparì dopo poco improvvisamente; con Loreto diventammo grandi amici, divenne il mio gatto a tutti gli effetti con tanto di collarino, purtroppo dopo diversi anni sparì e non trovammo più nessuna sua traccia. Molti altri gattini che partorì, Occhi Dorati li portò via. L’ultima cucciolata che fece e che lasciò nel nostro cortile la ricordo bene perchè di 4 gattini purtroppo ne rimase solo uno bianco e nero e fu il mio adorato Mao, morto l’anno scorso.

Loreto

Come avrete notato, in quello che ho raccontato ci sono molti gatti spariti e morti per diversi motivi. Questo perchè purtroppo c’è ancora molto ignoranza tra le persone, ed ero io la prima, soprattutto nelle campagne,è importante sapere che queste associazioni animaliste esistono e farci aiutare da loro!E stare attenti ai nostri gatti neri perchè, sembra assurdo, ma esiste ancora gente che si diverte ad ucciderli per i loro macabri scopi, e ce n’è tanta!

Occhi aperti e W IL GATTO NERO!!!!! Silvia G.

25. Leo e tutti i mici neri di Marina A.

Leo il nero, con le gattine Natalina e Magia

Leo viveva da 8 anni chiuso in una stanza con altre 3 gatti. Le finestre erano abbassate perché non potesse guardare fuori. La persona che lo teneva pensava di fare bene, ma aveva problemi di testa, ovviamente. Poi arrivò l’ictus. Portata via con l’ autoambulanza, la casa venne chiusa, reperiti 3 gatti. Se ne occupò un volontario, il prof. Barbi…che andando a trovare la donna, paralizzata, in ospedale, le disse:Cara signora i suoi 3 gatti sono al sicuro!- La donna alzò la mano ,disperata, con 4 dita. Un gatto era rimasto chiuso dentro!Il Barbi corse dagli eredi, che si rifiutarono di aprire(!) Allora sollevò un casino, ASL, polizia e la casa fu aperta. Ma del gatto nessuna traccia. L’ erede, furioso, disse che doveva partire e di chiudere,sua zia era pazza, ma il Barbi si intestò e alla fine trovò Leo, terrorizzato, in un armadio.
Messo in stallo si venne a sapere che aveva una grave cistite emorragica. Io mi offrii di prenderlo ma il Barbi mi disse che avrei dovuto portarlo spesso dal vet.
Bè, ci crede? Leo guarì da solo e perfettamente, è con me da 4 anni. Fa il suo giro in giardino, da vecchio gatto metodico e ha un solo vizio:farsi aprire la sistola del giardino e bere alla cannella! Nelle foto, tutti i mici di Marina:  Leo, Malombra, Dark, Fatina, Gologolo, Lunanera.

Leo e Malombra

Marina Alberghini è autrice del libro “All’ombra del gatto nero” (edizione Mursia) oltre che di numerosi altri libri sul gatto. E’ anche Presidente dell’Accademia dei Gatti Magici (Fiesole).

Malombra

Dark e Gologolo
Dark
Dark e Fatina la bianca

 

 

Lunanera sulla neve 2

 

Lunanera sulla neve

26. Giacomino di Silvia B.

Giacomino

Questo è Giacomino, con al collo un braccialetto di una festa hawaiana, ha cercato di sfilarselo correndo per tutta la casa e poi si è buttato sfinito sul letto, dove l’abbiamo immortalato.
Ciao, Silvia e Gianluca

27. Pepe di Rodolfo F.

(i mici rossi sono Pedro e Silvio)

Pepe

Dopo che ho adottato Pepe, quel meraviglioso gatto nero con gli occhi gialli, di cui allego la foto di qualche giorno dopo l’adozione, mia figlia, dopo un mese, con le lacrime agli occhi, mi chiese se potevo adottare temporaneamente  i suoi due mici, fratelli di un anno di più di Pepe, in quanto le era stato offerto lavoro in America per (speriamo solo) tre anni. Ora mi trovo con tre meravigliosi gattoni maschi, sterilizzati, di cui uno, il mio (Pepe) abituato ad uscire e quando andiamo al mare d’estate il sabato e domenica, lui viene con noi e la….libero di andare dove vuole col suo collarino, ma è sempre presente quando lo chiamo… meraviglioso, invece Pedro e Silvio sono e DEVONO vivere (su ordine di mia figlia ) esclusivamente  in casa (peccato, ma sono allegri).

Silvio, uno dei "cuginetti" di Pepe

Pepe

Vi mando comunque le foto di Pepe e dei suoi “cuginetti” perchè sono veramente belli e meravigliosi e se vi dico che… con tutti i problemi che quotidianamente ci investono e ci abbruttiscono, quando arrivo a casa e comincio a giocare con loro, dimentico tutto e il mio cuore respira un pò. Lo stesso prova mia moglie che non ha mai amato particolarmente gli animali e adesso non vivrebbe senza….. L’episodio  che vorrei  raccontare è legato all’adozione di Pepe, ha un pò del miracoloso. Dicevo mia moglie, poco amante degli animali, a luglio dell’anno scorso in spiaggia, mi fece leggere un breve trafiletto sul giornale scritto dal gattile di Ferrara che recitava così ” mi chiamo Pepe, i miei fratellini sono già stati adottati, io perchè sono nero nessuno mi vuole” con la foto di questo micetto con due occhietti tristi che ti guardavano….

Pedro, il "cuginetto" di Pepe

Beh volete sapere il giorno dopo sono andato al gattile ad adottarlo, l’ho portato a casa e mia moglie è stata felicissima e mi ha detto “avevo paura a chiedertele ma tu hai fatto veramente bene a portarlo a casa, ne sono felice” e da quel momento Pepe ha cominciato a far parte della nostra famiglia e lo trattiamo come un figlio.

 Rodolfo F.

28. Nerone di Laura C.

Nerone

Dedicato a Nerone.

L’estate dello scorso anno non la dimenticherò mai, è stata bellissima……….

Al mare in vacanza con la mia famiglia e i miei grandi amori: Birba, 7 anni il vecchietto e i due ultimi  arrivati i fratellini Marvin, il rosso e Nerone, il …..nero di appena un anno!!!

Finalmente la possibilità e soprattutto il tempo di godere della compagnia dei miei pelosetti!!!

Birba, gelosissimo, ha fatto molta fatica ad accettare i piccoli, ma alla fine tutti e tre erano inseparabili!!!

Come una mamma non direbbe mai che ha delle preferenze tra i suoi figli, neppure io posso dire che preferivo uno anziché un’altro dei tre…….però Nerone era di un coccolo incredibile!

Una pallina di pelo nero, con gli occhi dolcissimi, un po’ timido sempre un passo indietro al fratello…ma che tirava fuori tutta la sua grinta quando la sera si trattava di fare la gara a chi , dei tre, arrivava prima a sistemarsi sul mio letto, precisamente sui i miei piedi,  per dormire con me, e qui non c’era storia il primo era quasi sempre Nerone!!!

Marvin il rosso e Nerone il nero

La vacanza è finita troppo presto, come sempre del resto, ma ce ne sarebbero state molte altre………invece improvvisamente il cuoricino di Nerone si è fermato!!!

Il tempo è passato, in questi giorni è un anno, ma nessuno ha dimenticato la pallina di pelo nero morbidissimo che correva per aggiudicarsi il posto migliore!!!

 

 

 

 

29. Kali di Lory B.

Kali

Questa è Kali. Gatta nera, dolcissima, giocherellona, ma molto molto timorosa.Timorosa di tutto poichè abbandonata piccolissima.  Batuffolino nero costretto a fare i conti con il freddo inverno, senza nessun affetto. Il destino l’ha portata nei pressi del mio piccolo giardino. Io e la mia famiglia abbiamo faticato per riuscire ad avvicinarla. Lasciavamo la pappa vicino a un tronco dove solitamente la vedevamo sbucare e lei poverina mangiava con avidità, ma poi spariva.

Dopo svariati tentativi, siamo riusciti a “convincerla”. Da allora è entrata nella nostra famiglia.  Qualche mese dopo, durante una sua passeggiata pomeridiana un umano incivile, con un gesto sconsiderato le ha spaccato la zampetta sinistra, colpendola con forza e serrandola  tra lo stipite e la porta, colpevole di essersi introdotta per curiosità in un box.

Non vedendola arrivare nel tardo pomeriggio, siamo andati a cercarla. Trovata sofferente e con la zampa a penzoloni, abbiamo capito quanto stupido e insensibile possa essere a volte l’uomo.

Operata e curata con amore ora Kali cammina.. a modo suo.

Diffidente, timorosa, ma tanto tanto dolce. Lei è parte della nostra famiglia, guai a chi la tocca.

Kali micia nera, non porta sfortuna.

 

Lory

 

 

 

 

339 Comments
  • Linda
    Posted at 18:57h, 16 Novembre

    Mao Tsè Tung

  • Federica
    Posted at 18:21h, 16 Novembre

    La storia che più mi ha emozionata (e strappato qualche lacrima…) è la n. 9, quella di Sibilla.
    Tutte le storie sono comunque bellissime. Storie di grandi amori per creature straordinarie! Grazie della bella iniziativa!!!!

  • betti
    Posted at 18:05h, 16 Novembre

    Il mio gatto preferito è Leo di Alessandra (n.12)

  • emma
    Posted at 18:02h, 16 Novembre

    Tutti belli…il mio preferito il numero 12 Leo di Alessandra

  • marino
    Posted at 18:00h, 16 Novembre

    Il mio voto va a Leo il numero 12!!