E’ vero: non c’è niente di più bello di una mamma con i propri cuccioli, vederli è una gioia e una meraviglia della natura. Eppure bisogna sapere che permettere al proprio animale di riprodursi comporta gravi rischi e problemi. Ci sono molte buone ragioni per sterilizzare il tuo animale: dalle motivazioni pratiche riferite alla sua stessa salute, alle ragioni etiche per evitare che il numero di randagi cresca sempre di più e per dare una possibilità ai tanti animali abbandonati che aspettano una famiglia nei rifugi. A noi animalisti non “piace” la sterilizzazione in sè, ma è l’unica strada civilmente percorribile per combattere il randagismo, gli abbandoni, la diffusione di malattie mortali. Se gli vuoi davvero bene, lo sterilizzi.
E’ una scelta importante e doverosa:
Una delle leggende metropolitane più diffuse è che sia necessario far fare almeno una cucciolata alla propria cagna o gatta prima della sterilizzazione: è ovviamente una leggenda metropolitana senza alcun fondamento scientifico.
È bene sapere che un gatto a cui non è permesso di accoppiarsi secondo i suoi istinti biologici (quindi va in calore ``a vuoto``), soffre molto sia dal punto di vista comportamentale che da quello organico.
Questo aspetto, purtroppo, è spesso sottovalutato
Le femmine sterilizzate non cambiano carattere, si comportano proprio come quando non sono in estro anche se intere. I maschi invece diventano meno girovaghi, più ubbidienti, meno aggressivi con i conspecifici, non lottano più e non spruzzano urina per marcare il territorio.
Il carattere del nostro animale rimane insomma sostanzialmente lo stesso: se amava giocare continuerà a farlo, se gli piaceva farsi accarezzare continuerà a cercare le vostre mani, se era un cacciatore lo sarà ancora. Contrariamente ai luoghi comuni, non diventerà più pigro o più grasso. L’indolenza dipende in gran parte dal carattere e dalle opportunità di gioco che gli vengono offerte e un’alimentazione corretta permetterà il mantenimento di un peso ottimale (le esigenze caloriche di un gatto castrato, mancando l’azione anabolizzante del testosterone, sono del 25% inferiori rispetto a quelle di un maschio integro).
Per alcune informazioni qui citate si fa riferimento a http://animalweb2003.altervista.org